- Autori: Andrea Vanni e Giulia Ferracci
- Data: Settembre 2018
- Durata: 6 giorni
- Km percorsi: circa 1500
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Consigli Utili
- Il costo della vita in Croazia è nettamente inferiore a quello in Italia, non è raro trovare appartamenti a 30€ a notte in due persone, una cena per 2 persone con vino difficilmente supera i 60€
- Il cambio è 1€=7,40 Kune, il bancomat rimane il metodo più economico per avere liquidità locale evitando gli uffici di cambio
- È più probabile che i croati parlino italiano piuttosto che inglese, quindi la lingua non è un grosso ostacolo
- Attenzione agli itinerari dei laghi di Plitvice, non sono di immediata comprensione
- Inutile provare i primi piatti a base di pasta, mangiatela in Italia. In compenso la cucina croata recupera alla grande con i piatti di pesce
- Gli appartamenti costano molto meno degli alberghi e vi danno la possibilità di provare sempre nuovi ristoranti per la cena
- La nostra è stata un esperienza croata entusiasmante anche per il fatto di aver viaggiato in bassa stagione, parlando con le persone del luogo in molti ci sconsigliano i mesi di Luglio e Agosto per la troppa affluenza
Diario di viaggio
Giorno 1: Firenze – Trieste
Dopo una lunga estate caldissima, per parafrasarlo alla Max Pezzali, ci siamo! Partiamo di mattina presto alla volta di Trieste per iniziare il nostro viaggio lungo la costa Croata. Il viaggio in autostrada è come sempre lungo e monotono, per non buttare via un intero giorno decidiamo di visitare la Grotta Gigante poco fuori Trieste. La grotta ha la particolarità di avere la più grande sala al mondo, un grande atrio carsico alto più di 100 metri e lungo quasi 300, il prezzo di questo spettacolo sono i tanti scalini da affrontare. Dopo la breve sosta alla grotta arriviamo a Trieste, città crocevia di 3 culture che si mischiano alla perfezione, generando un vero “melting pot” all’italiana. L’appartamento è in una zona non proprio bellissima ma curato all’interno; decidiamo di scaricare quindi le valige ed andare a visitare il centro. Mentre camminiamo rimaniamo affascinati da Piazza dell’unità d’Italia e dalla zone del porto, dove ci fermiamo per prendere un aperitivo e cenare.
- Dove abbiamo dormito: Bora e Borino, Trieste
- Da non perdere: Grotta Gigante, Piazza dell’unità d’Italia
Giorno 2: Trieste – Isola di Krk (Baska)
Suona la sveglia e in poco tempo siamo pronti per partire alla volta dell’isola di Krk, appena scendiamo però mi trovo subito a discutere con una “simpatica” signora anziana che stava parcheggiando sopra la mia moto. Superato lo sgomento ci dirigiamo nell’entroterra sloveno, paese già visitato a Giugno del quale farò un report a parte; le strade sono immerse nel verde e con un disegno e dei panorami interessanti.
Entrati in Croazia un forte odore di funghi balza al mio naso, non faccio in tempo a comunicarlo a Giulia che ne vede subito uno mentre stiamo viaggiando; inchiodo la moto, faccio dietrofront e non crediamo ai nostri occhi, una distesa di porcini spunta dall’erba del sottobosco, non resistiamo e ne prendiamo qualcuno (un bauletto 48l) per la cena. Proseguiamo con il nostro prezioso carico ed arriviamo a Fiume (Rijeka) dove ci fermiamo per pranzo. La città è carina e curata, il mercato offre pesce e prodotti locali anche da consumare all’interno di esso, i palazzi e le vie sono tipici istriani, risentono dell’influenza austriaca e italiana; ma non c’è tempo da perdere, non manca molto alla nostra meta ma vogliamo anche andare al mare.
La strada da Fiume all’isola di Krk non è entusiasmante, fatta eccezione per il ponte (a pagamento) che collega l’isola alla terra ferma, dove è possibile avere un piccolo assaggio del mare che ci aspetta. Percorriamo la statale in direzione di Baska, che motociclisticamente parlando è emozionante solo nell’ultimo tratto dove una serie di tornanti e curve si gettano verso il mare; arriviamo quindi a Baska, scarichiamo la moto al nostro appartamento e via a fare un tuffo. Essendo bassa stagione le spiagge sono quasi vuote e ci permettono di visitare calette piccolissime, sicuramente strapiene nei mesi di Luglio ed Agosto. Il mare è cristallino e fatto salvo alcune correnti gelide è una vera goduria farci il bagno tanto da dover comprare una maschera da sub per lo snorkeling di Giulia. Facciamo un aperitivo in riva al mare e ceniamo in un tipico ristorante di pesce in centro.
- Dove abbiamo dormito: Apartments Mare Baska
- Da non perdere: Fiume, Scogliere di Baska, Baska
Giorno 3: Krk – Senj
Giornata dedicata al mare, ci alziamo non tanto presto e ci dirigiamo verso la vicina Stara Baska (Vecchia Baska). La strada per arrivare è degna di nota per il panorama, arrivati a destinazione ci fermiamo in una piccola caletta di ciottoli bianchi con un mare cristallino; la bassa stagione qui però ci frega in quanto molti esercizi commerciali della zona sono chiusi e rimaniamo senza cibo e soprattutto senza sigarette. Solo dopo un’ accurata ricerca, il campeggio della zona ha un mini market che ci salva dal digiuno e dalla mancanza di tabacco.
Dopo una miriade di ore di snorkeling di Giulia tra pesci e stelle marine, è giunta l’ora di rimettersi in viaggio verso Segna (Senj) e poco prima di arrivare a destinazione la strada maestra adriatica inizia a diventare interessante. Prenotiamo un appartamento in pieno centro a Segna, con una vista fantastica sul porto, ceniamo ed andiamo a letto presto per essere freschi e riposati per la tappa che ci aspetta il giorno seguente. Dormito bene ragazzi? FIGURIAMOCI! Il bar sotto l’appartamento sta aperto tutta la notte e sembrava fosse il fulcro della movida della città. Buonanotte ragazzi!
Giorno 4: Senj – Laghi di Plitvice – Zara (Zadar)
Dopo la notte insonne, oltre al danno anche la beffa! La proprietaria ci fa pagare una notte in più perché abbiamo tardato di 8 minuti a lasciare l’appartamento; inutili i tentativi di spiegare la notte insonne, la vecchia non ne voleva sapere. Poco male, ecco 30 euro signora e speriamo li spenda in medicine.
Partiamo quindi alla volta dei laghi di Plitvice, un vero spettacolo nell’entroterra croato. Anche se in bassa stagione, qui l’affluenza di persone è abbastanza elevata, d’altra parte lo spettacolo che offrono in ogni stagione è veramente meritevole di una sosta di uno o più giorni. Il parco è veramente grande ed è suddiviso in vari trekking di varie durate non sempre con indicazioni chiare. Dopo un’analisi degna delle giovani marmotte scegliamo il percorso a nostro avviso più interessante; Una confusione numerica e cromatica però ci fa imboccare il percorso che fa tutto il perimetro del lago sud (il più grande) e dopo 3 ore di camminata non avevamo visto nemmeno una cascata. Consiglio: fate bene attenzione ai numeri e ai colori dei percorsi, gli stessi numeri possono avere colori e percorsi differenti. Anche con errori di percorso, i laghi sono comunque uno spettacolo a cui è difficile rinunciare e che meritano senza dubbio una sosta.
Finito il trekking attorno al lago, un bus ci porta al parcheggio dove avevamo lasciato la moto, risaliamo in sella e prendiamo l’autostrada per arrivare a Zara prima del tramonto. Una volta arrivati sistemiamo velocemente le valige in appartamento e corriamo a vedere il tramonto dalla punta della città vecchia, dove l’organo marino e le luci del saluto al sole rendono l’atmosfera davvero magica. Dopo tutto questo romanticismo ci è venuta fame, mangiamo in un ristorante nelle strette vie di Zara e andiamo a letto cercando di recuperare le ore non dormite l’ultima notte.
- Dove abbiamo dormito: Apartments Miriam Zadar
- Da non perdere: Laghi di Plitvice, Saluto al sole, organo marino
Giorno 5: Zara – Abbazia (Opatija)
Prima delle due tappe di ritorno, abbiamo deciso di evitare la strada maestra adriatica fino ad ora per lasciarcela come ciliegina sulla torta per il rientro a casa. Questa decisione si rivela un’ arma a doppio taglio in quanto la strada è perfetta, senza traffico e sembra disegnata dal Dio della moto. Tutta la costa che percorriamo attraversa una miriade di calette deserte, il mare essendo incastonato nell’arcipelago dalmata è piatto e cristallino, verrebbe da fermarsi ad ogni curva per un bagno. Cerco di deviare l’argomento bagno per un po’ cercando di godermi ogni centimetro di strada fino a che non arriviamo ad un molo con parcheggio moto incantevole, niente è servito fingere qualsiasi malfunzionamento dell’interfono. Poco male un po’ di relax dopo tante curve ci voleva; parcheggiamo quindi la moto praticamente dentro al mare, ci cambiamo e ci tuffiamo. Dopo un accurato scandagliamento del fondale da parte di Giulia e della sua fidatissima maschera da sub (che ormai chiama Willy), ripartiamo alla volta di Abbazia.
Una volta arrivati la città si presenta in perfetto stile istriano, palazzi pettinati e rotonde fiorite simboleggiano un passato e un presente fiorente, in qualche modo opposto alla Croazia che abbiamo visitato fino ad ora. Le opinioni sono contrastanti, a Giulia piace la città, io la trovo un po’ troppo la Las Vegas dei poveri con le sue sale VLT presenti un po’ dappertutto. Si è fatta l’ora di cena, scegliamo un bel ristorante nella zona del porto, qui il prezzo della vita si alza notevolmente e si avvicina e a volte supera quello italiano. Rincasiamo presto e andiamo a letto con un po’ di malinconia per il ritorno che ci aspetta il giorno seguente.
- Dove abbiamo dormito: Hotel Astoria by OHM group, Abbazia
- Da non perdere: Strada maestra adriatica, Abbazia
Giorno 6: Abbazia – Livorno
Ultimo giorno e ultima tappa per il ritorno a casa. Abbiamo sempre pensato di fare qualcosa lungo i nostri viaggi di ritorno ma, presi anche questa volta dalla malinconia, filiamo dritti a casa percorrendo la noiosissima autostrada con la promessa di ritornare in questo meraviglioso paese per esplorare la parte meridionale. Appuntamento quindi a Dubrovnik… prima o poi.