Triumph Rocket 3: la GT 2020 a confronto con la Classica

Per undici anni il nostro Renzo “Kapos” ha guidato una Rocket 3 modello 2009. Qui condivide le sue impressioni sulla sua nuova, fiammante Rocket 3 GT 2020.

La Rocket 3 GT oggetto di questo articolo (Renzo “Kapos”)

Non l’avevo mai provata e mi sono fidato di chi l’aveva già fatto. L’ho presa fidandomi delle recensioni e sul fatto che possedendo da anni anche la versione precedente – già fantastica – questa non poteva che essere migliore.

C’è tanta elettronica e ci ho messo un po’ per conoscerla tutta. La prima impressione è stata la miglior maneggevolezza rispetto alla versione precedente; provando qualche “apertura” sporadica giusto per testarne la reattività. Come prima impressione non mi ha convinto del tutto soltanto:

  1. Il serbatoio da 18 litri (nel modello precedente era di circa 25 litri).
  2. Alcuni tappi (tra qui quello del serbatoio e radiatore) che non sono molto funzionali
  3. Il display centrale che a mio avviso appare troppo piccolino per tutte le informazioni che è capace di dare ed anche il nottolino dei comandi di navigazione non pare del tutto adeguato. Non mi convince la robustezza e la posizione, appena sotto all’interruttore delle frecce con quale è facile confondersi.
  4. Al contrario mi ha sorpreso positivamente l’indicatore dei consumi e dell’autonomia, rivelatosi precisissimo.
  5. Da rivedere, anzi da bocciare, il sistema di navigazione a mezzo App MyTriumph con Google Maps… poco intuitivo, poco reattivo nel cambio itinerario con perdita frequente di connessione. Oltretutto non è possibile vedere il percorso su mappa e prevedere eventuali curve a gomito. Problema risolto con l’installazione del vecchio e sempre fido Garmin che avevo accantonato.

Rispetto all’altra che ho guidato per 11 anni è sicuramente un’altra moto, molto più maneggevole ed a mio avviso un pelino più reattiva. Se tutta l’elettronica presente sarà in grado di resistere alle tante sollecitazioni, credo che Triumph stavolta sia stata in grado di progettare un’ammiraglia divertente, comoda e potentissima.

Ha fatto più fatica ad entrarmi nel cuore rispetto alle altre moto avute. Con la vecchia Rocket nel 2009 è stato amore a prima vista: dopo averla provata è stato il classico colpo di fulmine, l’ho presa, l’ho goduta e…. mio malgrado dopo avermi sedotto l’ho vigliaccamente abbandonata; il nuovo acquirente ha fatto un ottimo affare perché l’ho trattata come un cucciolo, pochi km e mai incidentata.

Con questa ho cercato la novità, l’affidabilità, l’elettronica, il nuovo ma anche e soprattutto un’anima diversa. La nuova GT, rispetto alla versione classica del 2007, a mio avviso è meno muscolosa ma più cattiva, forse meno ignorante, ugualmente bella ma più guidabile. Forse più sicura perché frena molto meglio, forse invece meno sicura perché arriva facilmente al limitatore. Con l’altra mi sembrava di essere aggrappato alle corna di un toro e con questa mi sembra di guidare una moto un po’ più moto; l’altra era più aggraziata, più femmina anche se con i T.O.R. aveva una bella “voce”, questa è maschia senza se e senza ma; diversa dalla Diavel, ma più Diavel che Rocket III primo modello.

Sto diventando anziano e forse lo sono già, per questo mi spiego il fatto d’aver goduto subito l’altra, nuda e cruda, senza tanta elettronica rispetto a questa, ove il controllo di trazione, l’ABS, le mappe con la possibilità di ottenere regolazioni all’infinito fa sembrare, all’inizio, di non essere riuscito a trovare la combinazione più appropriata.

Mi ci è voluto almeno un migliaio di km per farmela amare del tutto con la voglia di scoprire pian pianino i suoi limiti.

L’altra l’ho trattata troppo bene mentre questa vuole essere trattata male nel senso buono della parola. Comunque, in autostrada, nel misto, in montagna e con la pioggia mi è piaciuta molto ma il vero problema è che… forse, orgasmicamente parlando, ero ancora distratto dall’altra. Ho dovuto percorrere almeno 3.000 km per innamorarmene sul serio, scoprire pian pianino qualcosa in più e riuscire a dimenticarmi dell’altra.

Siamo oggettivamente su un altro pianeta… come guidabilità e sicurezza soprattutto. Poi ovvio se uno cerca la comodità a scapito dell’adrenalina, dei moscerini che imbrattano la visiera, della coppia ai bassi regimi, dello spazio per trasportare il tutto e di più, con qualche K€ in più può entrare nel mondo Goldwing che è tutta un’altra cosa, che conosco, che mi piace ma che adesso non rimpiango.

Invecchiando, mio malgrado, questa Rocket 3 GT mi sembra l’unica moto capace di farmi sentire ancora un ragazzotto, mi obbliga a guidarla con attenzione e mi fa provare emozioni forti. Per il suo baricentro basso, credo sia una moto guidabile da chiunque abbia la minima esperienza motociclistica compreso chi proviene dal mondo degli Sputeroni brum brum (nessuno si offenda eh). Per ogni altra cosa, caratteristiche tecniche eccetera, c’è tutto on-line.

Buona strada tutti!

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